Codice Identificativo Regionale. Cos’è e a che serve.

Casa bianca stilizzata circondata da piccoli dadi in legno con simboli ed una lente di ingrandimento

Le ultime modifiche apportate dall’Assemblea Legislativa al Testo Unico delle norme regionali in materia di turismo hanno aggiornato diverse disposizioni di legge per cui era necessario un allineamento al quadro normativo italiano ed europeo, nonché un adeguamento alle nuove tendenze del mercato turistico. Questo settore più di ogni altro è sottoposto a continui mutamenti e a spinte di rinnovamento dettate dalla domanda, sia nazionale che internazionale. 

Con la delibera n. 193 del 22 febbraio 2021, la Regione Marche ha istituito il Codice Identificativo Regionale (C.I.R.). Un provvedimento che viene rilasciato soltanto alle strutture ricettive extralberghiere iscritte nel registro che abbiano completato tutti gli adempimenti di legge. Tra le tipologie ricettive previste dalla legge regionale figurano anche gli “appartamenti ammobiliati per uso turistico” (art.32).

Come viene attribuito il Codice Identificativo Regionale alle strutture inserite nel registro? Il percorso di regolarizzazione prevede la presentazione della CIA/SCIA al SUAP del comune territorialmente competente, la registrazione alla questura di competenza per ricevere le credenziali del sito “Alloggiatiweb”, infine l’accreditamento in Regione al fine di comunicare i prezzi, le aperture e ricevere le credenziali per il sistema di gestione dei flussi turistici (denominato Istrice Ross1000).

A che serve il C.I.R.? A tutelare i consumatori e la concorrenza, a migliorare l’offerta turistica e a ridurre quella irregolare. La pubblicità, la promozione e la commercializzazione dell’offerta delle strutture ricettive iscritte al registro devono indicare l’apposito codice identificativo di ogni singola unità ricettiva proprio per semplificare i controlli da parte delle autorità competenti.

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